non è tanto l'ingiustizia delle sentenze di 1^ grado quanto piuttosto la differenza tra le sentenze di 1^ grado e quelle d'appello (entrambe decise da 'giudici'...). Perchè molte sentenze vengono 'riformate' (con sostanziali riduzioni di pena o addirittura con condanne che diventano assoluzioni)? E' questa la domanda capitale a cui dovrebbero rispondere i magistrati, perchè se da un lato, come giustamente sostiene Axel, non si capisce perchè l'Italia abbia mantenuto intatta la possibilità di ricorrere in appello dopo la riforma del processo da inquisitorio ad accusatorio, è anche vero che guardando le attuali risultanze che vedono troppe sentenze riformate dai giudici d'appello uno non può fare a meno di chiedersi chi abbia ragione e concludere che - inequivocabilmente ci sono troppi errori (o sbaglia il 1^ grado oppure l'appello) - anche se alla fine l'appello - venendo dopo - è destinato a contare di più.
Una drastica riduzione di tali differenze è una condizione necessaria per arrivare ad un superamento dell'attuale situazione: il giorno in cui l'appello diverrà inutile e ripetivo (perchè confermerà il primo grado) allora sarà molto più facile eliminarlo.
Secondo me i giudici dovrebbero prioritariamente occuparsi di questo problema.